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La stanza è un santuario di ombre e di fuoco, dove la luce tremolante delle candele disegna le curve di due corpi che si cercano, che si riconoscono nella penombra. L'aria è satura di un profumo dolce, un veleno inebriante che si mescola al calore della pelle, all'essenza stessa del desiderio incarnato. Le dita scivolano con una lentezza insopportabile, tracciando percorsi invisibili sulla pelle nuda, strappando sospiri interrotti e brividi incontrollabili. La punta della lingua segue questa traccia, disegnando promesse umide su ogni curva, su ogni angolo dove il piacere palpita, teso, impaziente. Le labbra giocano, provocano, sfiorano a malapena con un soffio ardente che arrossa la pelle e brucia il sangue. Ogni bacio è un fuoco lento che si diffonde, un incendio che consuma ad ogni morso trattenuto, ad ogni carezza che lascia tracce invisibili di una passione traboccante. Le mani diventano impazienti, esplorano con avidità, con la fame di chi vuole assaporare ogni gemito, ogni battito di cuore pazzo, ogni brivido strappato nell'abbandono assoluto. C'è un va e viene di bocche che si trovano e si perdono, di lingue che si intrecciano in una danza umida e disperata, di soffi che si mescolano nell'aria bruciante, tessendo una melodia che solo il desiderio comprende. Le pelli si sfregano l'una contro l'altra, scivolose di sudore, di ardore, di questa insaziabile necessità di colmare la mancanza. I respiri diventano erratici, ansimanti, sospesi tra il piacere e l'anticipazione, tra lo sfregamento dei fianchi che cercano di incastrarsi in un ritmo proibito e sublime. Il mondo si riduce a questo istante di sfregamento infinito, alle dita che affondano nella carne, alla pressione che si intensifica nello stomaco, all'urgenza di un movimento più profondo, più veloce, più disperato.. Le bocche si aprono in sospiri muti, in grida soffocate, in un richiamo che si alza ad ogni assalto, ad ogni spasmo che annuncia l'abbandono ultimo. E poi l'esplosione. Un istante sospeso dove il piacere esplode in onde che divorano tutto, in un grido lacerato che annega tra labbra affamate, in un ultimo brivido che lascia i corpi esausti, crollati, inzuppati di desiderio appagato.. Il silenzio viene dopo, appena disturbato dal respiro interrotto dai respiri ancora a scatti, dallo sfregamento delle dita che disegnano cerchi pigri sulla pelle umida. Ma lo sguardo brucia ancora, la pelle trema ancora, e il desiderio, insaziabile, minaccia di infiammarsi di nuovo.

Fammi vedere il viso