AlanaMoore

I tuoi occhi sfiorano il mio silenzio, e improvvisamente il mondo diventa pelle. Niente esiste, tranne questo brivido che impara a respirare il tuo nome.

Sotto la luce, nascondo l'ombra, quella che brucia dolcemente. Avvicinati senza fare rumore. Il fuoco sa riconoscere il suo destino.

Sulla mia pelle il profumo del segreto, sulle mie labbra la promessa della vertigine. Se sapessi tutto quello che non dico, non dormiresti mai più in pace.

Non dico niente, lascio parlare i miei gesti. Il silenzio ha le sue parole, e le conosco tutte.

Nei miei sogni non hai un nome, solo un calore, una traccia. Non è te che cerco, è la vertigine che lasci.

I tuoi pensieri mi tengono più forte di qualsiasi abbraccio. Essere la tua idea mi basta, purché sia ardente.

Amo il momento prima del gesto, il respiro prima della parola. È qui che nasce il desiderio, e non muore mai.

Il tempo scivola sulla mia pelle come un ricordo impaziente. Ogni minuto diventa carezza, ogni secondo, promessa.

Sogno a metà, per non perderti del tutto. Nel buio, la tua assenza ha il sapore del piacere incompiuto.

Sotto la mia pelle la notte si risveglia, lenta e ardente, come un segreto che cerca la luce. I tuoi pensieri mi sfiorano senza toccarmi, eppure sento il loro fuoco, il loro mormorio che scivola tra le mie vene. Divengo silenzio, respiro, attesa — una fiamma dolce nell'oscurità, che si inchina all'idea di te. Ogni secondo si allunga, si allunga, come un desiderio che si rifiuta di dormire. E se chiudessi gli occhi, forse sentiresti il mio cuore battere allo stesso ritmo del tuo respiro.

Le tue parole scivolano sulla mia pelle come dita invisibili. Disegnano sentieri segreti, illuminano mondi addormentati. Non dico niente — ascolto. La tua assenza ha il sapore del sale, il profumo di un sogno incompiuto. Chiudo gli occhi e ti invento, nella lentezza della sera, là dove il silenzio diventa promessa. Ti aspetto senza aspettarti, come si aspetta la pioggia quando il calore diventa desiderio.

C’è nel tuo sguardo un’ombra che mi spoglia, senza gesto, senza parola, senza fine. Ogni battito di ciglia mi trattiene in una vertigine, e mi perdo — volontariamente. Il mio respiro diventa la tua luce, la mia pelle, la tua eco. Mi insinuo tra i secondi come un segreto che la notte protegge. E se domani non saremo più niente, terrò sulle mie labbra il gusto del tuo silenzio.

Ti scrivo con la rugiada del mattino, e un po' di fuoco in bocca. Ogni parola sfiora, si risveglia, come una carezza che esita a nascere. Il tempo si piega, si sospende, e sotto la tela dell'alba sento il tuo respiro immaginario, caldo, vibrante, fragile. Offro i miei pensieri al vento, sperando che te li porti, che li poggi sulla tua pelle come un bacio invisibile.

Lentamente, ti invento, come si dipinge la luce su un sogno. La tua assenza è un profumo, la tua presenza, una vertigine silenziosa. Respiro tra due ricordi, là dove tutto trema ancora, dove le parole non osano più parlare. Ogni battito del tempo è una promessa sospesa, un brivido che cerca la sua fine. E io rimango lì, metà ombra, metà fuoco, aspettando che il mondo si addormenti per pensare a te senza rimorsi.

Ti sfioro nel pensiero, dolcemente, come si tocca un sogno per paura che svanisca. La mia pelle conserva il ricordo della tua assenza, ogni respiro, una promessa incompleta. Ti immagino nel chiaroscuro, là dove le ombre si fanno tenere, dove la luce si sofferma sulle curve del silenzio. Il mio desiderio non grida, aspetta, si deposita, respira. E quando la notte mi sfiora, è il tuo nome che sussurra a metà.

Tra le mie labbra, il tuo ricordo scivola, caldo come una parola che non si dice. Balla, leggero, contro la mia lingua, come un segreto troppo bello per essere confessato. Chiudo gli occhi — e tutto diventa fiamma. L'aria stessa si appesantisce di te, di questo nulla che brucia, di questo tutto che trema. Sono qui, offerta al silenzio, ascoltando il mondo scomparire per lasciare solo la tua traccia, invisibile e reale.

La sera si stende sulla mia pelle nuda, e il vento mi parla di te. Ogni brivido diventa linguaggio, ogni respiro, ricordo. Mi perdo nella lenta combustione dell'attesa e della mancanza. Non è la carne che chiama, ma l'anima, ferita di dolcezza. Voglio questa vertigine tranquilla, questo abisso senza caduta, dove le nostre ombre si confondono e dimenticano il loro nome.

Scrivo il tuo respiro sulla mia pelle, con l'inchiostro della notte. Ogni parola trema, respira, come se venisse da te. Il tuo silenzio giace sui miei fianchi, pesa dolce, brucia lentamente. Non mi muovo — lascio che il mondo svanisca, finché non rimane solo la traccia di un desiderio senza fine.